DPCM, ovvero Dobbiamo Parlare della Cultura dei Ministri

Simone Frigiola

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L’ultimo DPCM del 3 novembre ha causato nella cittadinanza reazioni più o meno concitate. C’è chi scende in piazza per fare la rivoluzione, c’è chi scende a patti con i diretti interessati. Ed è proprio questo il caso dell’AIB, Associazione Italiana Biblioteche, che il 5 novembre ha scritto una lettera a Lor Signori Ministri del nostro Paese.

Il 5 novembre scorso la presidente dell’AIB Rosa Maiello ha scritto, causa l’ultimo DPCM del 3 novembre u.s., una lettera ai ministri Franceschini (M. della cultura), Azzolina (M. della pubblica istruzione), Manfredi (M. dell’università), Speranza (M. della salute) e Boccia (M. degli affari regionali). Il motivo è la chiusura delle biblioteche al pubblico.

La presidente nella lettera esordisce rendendo note le prime incongruenze: << […] I libri sono tanto essenziali che il recente DPCM del 4 novembre […] prevede che le librerie restino aperte anche nelle “zone rosse”, […] . Lo stesso DPCM ha però disposto […] la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei, delle mostre “…. e degli altri istituti e luoghi della cultura”, e quindi anche delle biblioteche, […]. Si tratta di tutte le biblioteche appartenenti allo stato e a organismi pubblici e di quelle private aperte al pubblico. >> Dunque, se le librerie, dove i libri si ottengono dietro pagamento, sono aperte e le biblioteche sono chiuse potremmo pensare ad una “privatizzazione” della cultura.

È evidente che le biblioteche dove non si paga per leggere o per avere in prestito un libro rappresentano una grande conquista della democrazia: tutti, ma proprio tutti, hanno diritto di accesso alla conoscenza, anche coloro che sono privi di mezzi.

Le domande che la Maiello fa ai ministri ad un certo punto della missiva hanno lo scopo di riportarli nel mondo reale e sono, a dir poco, irriverenti. Il crescendo di domande incalzanti fa percepire la collera che il DPCM ha causato nella presidente, e che le fa alzare i toni fino ad accusare i ministri stessi dell’ignoranza, nel vero senso del termine, dei cittadini. L’ironia posta come risposta a queste domande è il colpo di grazia: <<Naturalmente questo succede dove le biblioteche sono aperte e funzionano e comprano libri e li mettono a disposizione.>>

Si legge nei toni della Presidente l’esasperazione di chi non vuol assistere impotente all’appiattimento culturale che appare ormai come un processo irreversibile rispetto al quale la chiusura delle biblioteche appare come l’ultimo atto. D’altra parte la chiusura non sembra essere la prima misura penalizzante nei confronti delle biblioteche, che hanno visto un eccessivo taglio del personale e degli spazi tanto da essere infine relegate ad un’ala dei musei, come se appartenessero ad un glorioso passato. Quasi fossero qualcosa di vecchio.

<< Mentre le librerie, ma anche i parrucchieri, restano aperti indipendentemente dal colore delle aree di rischio – da quelle verdi a quelle rosse […] >>

La presidente, dopo questo parecchio concitato flusso di pensieri, fa un appello ai ministri e richiede <<di consentire l’apertura al pubblico delle sedi delle biblioteche su tutto il territorio nazionale, almeno perché possano effettuare il prestito bibliotecario dei libri>>, oltre che l’adozione di <<misure strutturali per sostenere il potenziamento dei servizi bibliotecari e la continuità del lavoro professionale dei bibliotecari>>.

In effetti, anche la nostra città, Matera, ha visto un medioevo culturale negli ultimi anni, tanto che qualche anno fa il comune decise di chiudere la biblioteca comunale, tanto che solo dopo diverse manifestazioni noi giovani siamo riusciti a riottenere la riapertura della biblioteca al pubblico. Era infatti illogico che la Capitale Europea della Cultura avesse una biblioteca e non ne autorizzasse l’utilizzo alla popolazione.

In un periodo di crisi come quello della pandemia, che stiamo vivendo, la cultura rimane e deve rimanere un baluardo di salvezza. Ed è per questo motivo che noi giovani chiediamo a gran voce, assieme alla presidente dell’AIB Maiello, la riapertura di quei luoghi dove la cultura si crea assieme all’essere cittadino.

Fonte: https://emergenzacultura.org/2020/11/05/dpcm-3-novembre-2020-i-libri-sono-beni-essenziali-e-le-biblioteche-chiudono/

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