Sono passati 27 anni, 25 in Italia, dalla prima pubblicazione del libro di Lois Lowry “The Giver”, e 6 dal rilascio del film che lo ha reso noto al mondo e dopo così tanto tempo le sue lezioni rimangono attuali, come se fosse stato scritto ieri.

Un mondo assuefatto dalle regole, dall’ordine e dalla disciplina è quello che ci racconta Lois Lowry nel suo ‘The Giver’. Un mondo in cui gli Anziani possono decidere tutto, dopo il tracollo del Modello Occidentale; un mondo in cui odio, amore, famiglia e casa “sono suoni più che parole”; un mondo in cui le emozioni lasciano spazio alla fugacità dei sentimenti, che vanno e vengono in uno schiocco di dita; un mondo in cui non c’è memoria dei propri sbagli, se non fosse per la figura dell’Accoglitore di Memorie. Un mondo che, a quanto pare, a molte scuole non piace, tanto da bandire il volume.
La lezione che la Lowry ci racconta è scomoda e dà fastidio soprattutto se va contro il modello di vita occidentale che ci ostiniamo a definire come il migliore da intraprendere. La critica più dura e feroce è data nelle mani del Sommo Anziano, rimasuglio di un Ancien Régime che fa del nostro presente di tutta l’erba un fascio, tanto da eliminare concetti positivi come la musica, la danza, l’amore, la felicità, pur di eliminare ciò che c’è di negativo: la guerra, la fame, il bracconaggio, i soldi.
Non una spiegazione, non un accenno, niente. All’inizio del volume il lettore potrebbe ritrovarsi spaesato se ha comprato il libro a occhi chiusi. La realtà della Comunità gli viene regalata poco alla volta, così come Jonas – il protagonista – farà poco più avanti con la nostra.
Gli esseri umani sono numeri poiché non esiste il compleanno, potrebbe creare invidia e risentimento, e sono concepiti da uomini e donne abilitati a farlo. Non esiste il concetto di casa o di famiglia, ma di Unità Abitativa. I genitori sono un uomo e una donna e i figli sono due, un maschio e una femmina, assegnati dagli Anziani ai genitori tra quelli concepiti durante l’anno.
E siccome sono numeri, quando non sono più utili alla Comunità devono essere “Congedati Altrove”. In poche parole vengono avvelenati, uccisi, tanto che si potrebbe credere che la vecchiaia è una malattia inabilitante. Tuttavia, il “Congedo Altrove” non colpisce solo gli anziani, bensì anche i bambini. Di fatti, se un bambino non è abbastanza robusto o se è il meno pesante tra due gemelli o ancora se non risponde a determinate caratteristiche la soluzione sembra essere il Congedo Altrove.
Jonas, come detto, è il protagonista ed è il classico adolescente ricco di insicurezze tipico di un racconto per ragazzi. Tuttavia, questo si rivelerà per lui un punto a favore poiché, durante la Cerimonia dei Dodici (l’età da essere una qualità diventa uno stato), riceverà l’onore di essere designato come Accoglitore di Memorie poichè soddisfa tutte le condizioni necessarie. Tra queste c’è la capacità di vedere oltre, assimilabile da un punto di vista letterale alla vista dei colori e delle memorie che gli condivide il Donatore ma anche, a mio avviso, a tutte quelle emozioni che permettono a noi esseri umani di vedere oltre l’aspetto esteriore delle persone e delle situazioni e di comprendere veramente cosa il mondo ci ha donato, come l’empatia o la gratitudine.
In effetti, quando Jonas vede per la prima volta la neve, le colline o i raggi del sole, che gli Anziani hanno rimosso per garantire ai contadini un lavoro meno problematico, si chiede – prima di saperne il termine per esprimerlo, perché non ci sono più. Ed è un bene perchè siamo veramente fortunati a avere la neve, le colline o i raggi di sole, perchè tralasciando i problemi che causano rendono il mondo eterogeneo e ogni collina innevata è degna d’essere vista perchè unica.
Tuttavia, personalmente noto che un futuro come quello di Jonas, per quanto possa sembrare distopico, poco alla volta è sempre più vicino per colpa di un modello di vita sbagliato che mette al primo posto non l’uomo, con le sue emozioni ed aspirazioni, ma i soldi, carta colorata e pezzi di ferro.
L’oligarchia degli Anziani della Comunità di Jonas, in effetti, non è molto diversa da un convegno tra i direttori delle principali multinazionali del mondo. Di fatti, come gli Anziani decidono la professione dei Dodici o la mobilità dei Nove assegnando loro la bicicletta, i dirigenti di multinazionali come Apple o McDonald decidono i nostri bisogni e alla ricerca della cultura si sostituisce un abbietto scorrere di post, alla ricerca di nutrirsi si sostituisce lo sfamarsi il più possibile.
In egual misura, i dirigenti delle multinazionali cercano di mantenere il loro potere sulle masse a scapito di quelle, così come il Sommo Anziano cerca di mantenere Jonas lontano dal Confine della Memoria, cosciente che a quel punto la sua figura resterà poco più che una targa su un seggio.
Per questo, molto probabilmente le suddette scuole hanno bandito il volume dalle loro biblioteche. Perché “The Giver” di Lois Lowry dà uno spaccato talmente preciso e critico della società del suo tempo, come anche del nostro, che il personale docente di quelle scuole ha voluto tutelare i bambini dal leggere questo libro additandolo come non adatto perché violento, perché adulto, perché promotore di idee pericolose.
Dunque, in breve, per questi docenti e presidi criticare aspramente la pena di morte, la dittatura e appoggiare la cultura dei diritti umani è promuovere idee pericolose.
Se ciò mai diverrà realtà, saremo finalmente tornati nel Medioevo