Se bello vuoi apparire, l’ambiente non devi far soffrire.
Le industrie cosmetiche devono cercare di migliorare molti aspetti della produzione che hanno un impatto negativo sull’ambiente.
Più della metà dei rifiuti dell’industria cosmetica proviene dai packaging che sono allo stesso tempo tanto belli quanto inquinanti. Molti brand spesso imballano doppiamente i prodotti con il cellophane o con la plastica. Lo shampoo? In flaconi di plastica spesso parzialmente o completamente non riciclabili. Il bagnoschiuma? Stessa cosa. Il problema non è solo negli imballaggi, alcuni ingredienti per la cura della pelle e conservanti, spesso presenti negli idranti e nel trucco, sono stati associati a potenziali danni ambientali. Per esempio l’oxybenzone, uno dei principali ingredienti delle creme solari, è responsabile dello sbiancamento della barriera corallina.
Plastiche e microplastiche sono presenti in illuminanti, mascara, rossetti, fondotinta. Ma la cosa più sconcertante è che tali particelle microscopiche si trasformano in cibo per noi direttamente dalle nostre toilette, dopo aver fatto un tuffo negli oceani.
Il 65% del makeup in Europa è italiano. Il rapporto di Cosmetica Italia di fine 2019 ha evidenziato che nel nostro Paese il settore arriva a fatturare oltre 30 miliardi di euro annui e che ognuno di noi quotidianamente utilizza in media 8 prodotti cosmetici.
Dal controllo delle liste degli ingredienti disponibili sui siti web ufficiali delle aziende che operano sul nostro territorio è emerso che molti prodotti per il make up sono ricchi di sostanze inquinanti (e dannose per la salute) dalle quali stare lontani. Maybelline, Lush e Sephora sono tra i marchi che contengono le percentuali maggiori di prodotti con ingredienti in plastica. Anche se bisogna precisare che molto si sta facendo per limitare la produzione di prodotti nocivi.
Noi possiamo, con le nostre scelte, limitare l’impatto che la cosmetica ha sull’ambiente.
Prima di tutto è bene leggere l’INCI, ossia l’elenco degli ingredienti del prodotto. Quelli che indicano la presenza di microplastiche sono: Polyenthylene (Pe), Polymethylene methacrylate (Pamma), Nylon, Polyethylene terephthalate ( Pet), Polypropylene (Pp).
Pochi sanno, per esempio, che il minerale mica è usato sia per le vernici, l’elettronica e le macchine sia per rendere brillanti rossetti, smalti per unghie, prodotti per capelli, quindi facilmente penetrabile nel nostro corpo e dannoso per la nostra salute. Ma l’impatto negativo è anche sociale perché questo minerale proviene dall’India, più precisamente dalle miniere che impiegano una gran quantità di lavoro minorile.
E’ indubbio che vi siano aziende impegnate nella riqualificazione ambientale e che adottano una politica sostenibile nell’approvvigionamento delle materie prime. Per esempio alcune aziende utilizzano mica sintetica prodotta in laboratorio, altre hanno iniziato a sviluppare prodotti innovativi che limitano l’utilizzo delle confezioni, come ad esempio la creazione di uno shampoo solido, che non necessita di contenitori. Molti brand puntano al make up eco-bio o eco-friendly , ricercando formulazioni realizzate con materie prime naturali che sono prive di sostanze dannose per l’ambiente, come basilico, rosmarino, aloe, camomilla.
Sebbene il problema sia enorme, tutti noi cittadini nel nostro piccolo abbiamo il dovere di comprare responsabilmente, ossia scegliere ciò che effettivamente utilizziamo con contenitori facilmente riciclabili, che abbiano una certificazione bio e i cui principi attivi non provengano da coltivazioni con pesticidi o testati su animali.
Dunque comprare responsabilmente non significa solo acquistare prodotti utili per la propria pelle o bellezza, ma significa anche acquistare prodotti che non danneggino l’ambiente.
Articolo realizzato da: Sabina, Marilena, Michele, Felice e Pasquale (classe 3A SIA)