Hossein Jalali, membro della commissione cultura del parlamento Iraniano, ha annunciato che ci saranno altri provvedimenti per le donne che non indossano l’hijab, così è stato riportato da ANSA. Al posto delle “pattuglie della polizia morale” le donne saranno avvisate attraverso messaggi, prima di passare alle punizioni, ovvero la chiusura dei loro conti bancari.
Un cambio di strategia da parte del regime Iraniano? Forse! Anche se non ci sarebbe molto da sperare da un regime che cerca di reprimere spietatamente ogni tipo di ribellione, uccidendo, condannando a morte e arrestando i dissidenti e che non molto tempo fa ha provocato la morte di Mahsa Amini, una ragazza di 22 anni, uccisa solo perché secondo la “polizia morale” indossava in maniera sbagliata l’hijab. In seguito alla morte di Mahsa, sono state diverse le proteste e manifestazioni, avvenute in tante città dell’Iran, le quali, ormai all’ordine del giorno, si sono trasformate in una vera e propria rivoluzione. La richiesta dei manifestanti è un cambio di regime e la libertà, infatti uno degli slogan presenti nelle proteste è proprio “democrazia e parità”.
Come andrà a finire? Secondo Kiana Tajammol però, regista e attrice iraniana che il 28 ottobre scorso ha incontrato gli studenti dell’ITCG Loperfido-Olivetti di Matera, è difficile stabilire se queste manifestazioni porteranno ad un reale cambiamento viste le precedenti rivoluzioni, ma nonostante questo, la speranza e la lotta delle donne in Iran, che si oppongono al regime, non possono svanire nel nulla.
Durante l’incontro Kiana Tajammol ha detto: “Le prigioni in Iran sono come Università, le persone arrestate sono intellettuali, poeti e avvocati”. Questa è la dimostrazione che ciò che più fa paura al regime, è la gente colta, curiosa, che si informa e che è interessata a ciò che accade, a differenza di chi resta indifferente. Questo è un invito soprattutto a noi ragazzi di studiare e informarsi di ciò che accade intorno a noi e non restare a guardare come se quello che ci circondasse non ci riguardi perché purtroppo non è così, anzi. Dobbiamo inoltre renderci conto che, nel nostro paese abbiamo la fortuna di poter esprimere le nostre opinioni liberamente, cosa che non è possibile in altri paesi come l’Iran, in cui ragazzi come noi, per manifestare rischiano la vita, e di questo noi non possiamo assolutamente fare finta di nulla.