Non se lo sarebbero mai aspettati i ragazzi dell’ITCG Loperfido-Olivetti di Matera di vivere un’emozione così forte stringendo la mano al Papa.
Ma come sono arrivati lì? La scuola che frequentano essendo iscritta alle “rete delle scuole di pace”, ha dato loro la possibilità di incontrare presso l’Aula Paolo VI (ex Nervi) Papa Francesco, per l’incontro intitolato “Per la pace, con la Cura”, il quale è stato organizzato con l’obiettivo di educare i giovani alla pace, il bene più grande che si sta perdendo e che bisogna imparare a ricostruire giorno dopo giorno, prendendosi cura della vita, degli altri, dell’ambiente e del pianeta. In attesa dell’arrivo del Papa, l’aula si gremiva di gente e successivamente ci sono stati vari interventi, tra cui quello del cardinale José Tolentino de Mendonça, il quale nel suo discorso ha detto: “Guardarsi negli occhi vuol dire: tu esisti ed io ti vedo”. Infatti è negli occhi che si trova l’anima di una persona, in quanto sono dei fari che illuminano tutto quello che vedono e bisogna ricordarsi che salutarsi guardandosi negli occhi, non è solo un gesto di cortesia ma è un vero e proprio gesto di pace. Una volta giunto in aula e dopo essere stato acclamato il papa ha iniziato l’omelia, e nel suo discorso ha detto: “Spesso parliamo di pace quando ci sentiamo direttamente minacciati, come nel caso di un possibile attacco nucleare o nel caso di una guerra combattuta alle nostre porte, così come ci interessiamo ai diritti dei migranti quando abbiamo qualche parente o amico emigrato, in realtà la pace ci riguarda sempre, come sempre ci riguarda l’altro, il fratello, la sorella e di lui e lei dobbiamo prenderci cura.” Non c’è cosa più vera di questa, quante volte ci iniziamo a preoccupare di qualcosa solo nel momento in cui ci riguarda direttamente, pensando che l’importante è che stiamo bene noi, ma non può e non deve essere così, in quanto è giusto che tutti stiano bene.
Ma come fa il papa ad attirare così tanti giovani? Forse perché le tematiche di cui parla, vanno oltre l’ambito religioso e interessano un po’ tutti e quindi di conseguenza anche i giovani. Il Papa ha inoltre posto ai ragazzi una domanda: “Qual è il vostro sogno per il mondo di oggi e qual è il vostro sogno per il mondo di domani?” e li ha incoraggiati a sognare in grande, dopo aver citato Martin Luther King, il quale in un’America segnata da discriminazioni razziali, aveva fatto sognare tutti, con l’idea di un mondo di giustizia, libertà e uguaglianza; dicendo: “io ho un sogno, che i miei quattro figli vivranno un giorno, in una nazione dove non saranno giudicati per il colore della loro pelle ma per la dignità della loro persona”. Il papa ha infine concluso l’omelia rivolgendosi ai ragazzi e dicendo: “Fatevi poeti di pace”. Bisogna quindi avere il coraggio di imparare a fare anche le cose più difficili, come fare la pace attraverso la cura, che può sembrare una cosa banale ma non lo è. Bisogna iniziare a fare questo da ora, altrimenti un giorno sarà troppo tardi per tornare indietro, e poi se non cambiano i ragazzi questo mondo chi potrà cambiarlo?