Nel vortice dei cellulari, anima a rischio nella scuola

Ragazzi in piena astinenza, confusione totale nelle scuole, agitazione generale.

Ma da cosa deriva questo turbamento? Giovani che non sanno vivere senza internet, un’ansia derivante dall’incapacità di relazionarsi escluso l’ausilio di uno schermo, una vita basata sulla finzione digitale. La parola giusta per definire questo atteggiamento di rifiuto della realtà è ‘nomofobia’ ‘NO MObile PHOBIA’ impiegata per ritrarre una condizione psicologica che può svilupparsi in tutti soggetti che manifestano l’irrazionale paura di rimanere sconnessi dalla rete. Questo termine è stato inserito recentemente nel dizionario Zingarelli.

Tutto parte il 20 dicembre 2022 con una circolare firmata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, contenente le indicazioni sull’utilizzo dei telefoni cellulari e di analoghi dispositivi elettronici nelle classi, che richiama la precedente circolare del giugno 2021 a firma del senatore Andrea Cangini, il quale riporta in sintesi le conclusioni a cui sarebbe arrivata la maggior parte degli specialisti, ovvero che  «la dipendenza da smartphone ha le stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche della cocaina».

Il ministro dell’istruzione pertanto sottolinea che: 

“La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini. Con la circolare, non introduciamo sanzioni disciplinari, ci richiamiamo al senso di responsabilità.”

Ma, tuttavia, pare che gli studenti non abbiano accolto molto bene questa nuova direttiva e molti di loro hanno iniziato a trovare stratagemmi per riuscire a sviare il nuovo obbligo.

La strategia più diffusa pare che sia il portare un secondo telefono da consegnare in modo tale da poter tenere con sé il proprio dispositivo.

“Gli studenti non riescono più a ragionare autonomamente utilizzando sempre i dispositivi elettronici” afferma la preside dell’istituto superiore  ITCG Loperfido-Olivetti di Matera che continua affermando che :“Bisogna salvaguardare la privacy, evitare le distrazioni e l’accesso a piattaforme di intelligenza artificiale con le quali gli studenti imparano solo a copiare”. La preside inoltre manifesta la sua preoccupazione relativa si preoccupa alla dipendenza tossica tra i ragazzi e il telefono che ormai porta ad avere sempre meno autonomia.

Molti studenti invece, sostengono che l’utilizzo dei dispositivi elettronici in classe non influenzi in maniera così negativa il loro apprendimento, ma anzi dicono che bisognerebbe semplicemente educare lo studente all’uso responsabile dei dispositivi invece di vietarli completamente. A tal proposito una studentessa afferma: “più ci viene imposto un divieto e più abbiamo voglia di trasgredire anche perchè non è giusto che ci venga sequestrato un oggetto di nostra proprietà “. 

I ragazzi inoltre sostengono che alcune volte il telefono sia necessario per comunicare con le proprie famiglie per motivi strettamente personali.

Però ci sono anche alcuni studenti favorevoli alla nuova direttiva perché secondo loro la dipendenza studente-telefono deve essere necessariamente diminuita. Infatti sostengono che: ‘Noi ragazzi non riusciremo più a ragionare con la nostra testa e quindi come riusciremo a creare un futuro migliore? Questo di certo il nostro amico telefono non ce lo dice”. Talvolta si attribuisce la colpa ai docenti e alle loro lezioni noiose, che non riescono a catturare l’attenzione degli studenti che così ricorrono all’uso improprio del cellulare.

 Durante una conversazione con due professori, è emerso che le loro idee sono sorprendentemente simili.

Il primo professore ritiene che sia fondamentale allenare la mente degli studenti e ridurre la dipendenza dai social media e 

promuovere una maggiore interazione sociale così da ridurre l’uso eccessivo del telefono. Tutto questo è importante per creare un ambiente scolastico propizio all’apprendimento.Quanto alla diffusione del fenomeno del “doppio telefono” tra gli studenti, il Professore ha dichiarato: “Sono consapevole della sua presenza e ritengo che sia una pratica del tutto inaccettabile.” e, riguardo al ricorso del “doppio telefono” sottolinea che alcuni studenti lo utilizzino nella speranza di eludere le regole.ma in realtà, questa pratica non è altro che una presa in giro nei confronti del docente.Il secondo professore crede che sia essenziale contrastare la crescente dipendenza dagli smartphone, che sta diventando sempre più diffusa anno dopo anno. Questa circolare offre l’opportunità agli studenti di vivere in modo più distaccato dai telefonini. Il docente è consapevole del fenomeno del “Doppio Telefono” e la ritiene un’opportunità sprecata per non essere più dipendente dal telefono. La sua esistenza dimostra quanto sia diffusa la dipendenza e sottolinea la necessità di imparare seriamente a vivere senza ricorrere ai dispositivi digitali.Il fenomeno del “Doppio Telefono” è estremamente diffuso, con oltre il 50% degli studenti coinvolti, secondo il docente. Fortunatamente, vede che sempre più alunni stanno imparando a gestire in modo più consapevole i social media. 

In conclusione, alla luce di quanto analizzato, il fenomeno della dipendenza dai cellulari nelle scuole è esistente e molto pericoloso. È evidente che l’impatto della tecnologia sulla vita scolastica richiede un costante dialogo e sforzi collaborativi per trovare soluzioni che favoriscano un equilibrio tra l’uso responsabile della tecnologia e la promozione di un ambiente di apprendimento positivo e concentrato.

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